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mercoledì 21 dicembre 2011

MENU DELLA VIGILIA low cost e a base di verdure: #2 PRIMI

Chi l'ha detto che per trovarsi davanti un piatto gustoso bisogna eccedere in condimenti e grassi?
Provate queste ricette e poi ditemi.

PRIMI DELLA VIGILIA

ZUPPA DI CECI E FUNGHI CARDONCELLI MURGIANI (tipici della Puglia)
Ingredienti per 4 persone: 250gr di ceci secchi, 300gr di funghi cardoncelli, alloro, aglio, pane raffermo, sale, olio extravergine, prezzemolo
Mettere in ammollo i ceci per circa 10 ore, quindi buttare l'acqua rimasta. Mettere in una pentola a pressione i ceci, l'alloro, un cucchiaino di sale grosso, due spicchi di aglio interi, aggiungere acqua e cucinare circa 20 min dal primo fischio. Nel frattempo preparare una trifola semplice con i cardoncelli, tagliati abbastanza grossi, a base di olio extravergine, aglio e prezzemolo (poco). Quando i ceci saranno cotti e abbastanza teneri, versarli togliendone il brodo direttamente nei funghi, quindi lasciare insaporire i due elementi insieme e aggiungere il brodo di cottura dei ceci (che non avevamo buttato). A parte preparare dei crostini tagliando a quadrotti il pane raffermo ripassandolo in padella con un filo di olio meglio se al peperoncino.

MACCHERONI AL PETTINE CON CARCIOFI SAPORITI
Ingredienti: 370gr di maccheroni al pettine (quelli rigati in orizzontale, anche all'uovo), 6 bei carciofi, pecorino, 1 cipolla bionda, due carote, una grattata di pepe, un po' di vino bianco.
Fare un soffritto con la cipolla, la carota tagliata con la trafila più sottile della julienne. Pulire i carciofi per bene lasciando solo le foglie tenere e tagliarli in sei parti ciascuno e metterli nel soffritto precedentemente preparato, facendoli sfumare con un po' di vino bianco secco e poi cuocendoli con il coperchio (aggiungere un po' d'acqua se necessario). A parte cuocere la pasta come sempre e, una volta pronto, condire con i carciofi. Spolverare con il pecorino e il pepe e...buon appetito!

martedì 20 dicembre 2011

Effetto Terra e il lusso di Bruno Munari

Il lusso è la manifestazione della ricchezza incivile che vuole impressionare chi è rimasto povero. E’ la manifestazione dell'importanza che viene data all'esteriorità e rivela la mancanza di interesse per tutto ciò che è elevazione culturale. E’ il trionfo dell'apparenza sulla sostanza.

Il lusso è una necessità per tanta gente che vuole avere una sensazione di dominio sugli altri. Ma gli altri se sono persone civili sanno che il lusso è finzione, se sono ignoranti ammireranno e magari invidieranno chi vive nel lusso. Ma a chi interessa l'ammirazione degli ignoranti? Forse agli stupidi. Infatti il lusso è una manifestazione di stupidità. Per esempio a che cosa servono i rubinetti d'oro? Se da questi rubinetti d'oro esce un'acqua inquinata non è intelligente con la stessa spesa mettere un depuratore d'acqua e tenere i rubinetti normali? Il lusso è quindi l'uso sbagliato di materiali costosi che non migliora le funzioni. Quindi è una stupidaggine! 



Naturalmente il lusso è legato all'arroganza e al dominio sugli altri. E’ legato ad un falso senso di autorità. In antico l'autorità era solo lo stregone che aveva abbellimenti e oggetti che solo lui poteva avere. I re e i potenti erano vestiti con costosissimi tessuti e pellicce. Più il popolo era tenuto nell'ignoranza e più l'autorità si mostrava paludata di ricchezze. E ancora oggi in molte nazioni si verificano queste manifestazioni di apparenze miracolose. Contemporaneamente però nella gente sana si fa strada la conoscenza della realtà delle cose e non dell'apparenza. Il modello non è più il lusso e la ricchezza, non è più tanto l'avere quanto l'essere (per dirla con Erich Fromm).

Man mano che l'analfabetismo diminuisce l'autorità apparente cade e al posto dell'autorità imposta si considera l'autorità riconosciuta. Un cretino seduto su un grande trono poteva forse suggestionare in un tempo passato ma oggi, e sopratutto domani, si spera che non sia più così. Spariranno i troni e le poltrone di lusso per i dirigenti imposti, gli arredi speciali per i capi, le cattedre di lusso alzate su pedane di mogano, i paludamenti, i gradi, e tutto ciò che serviva per suggestionare.
Insomma, voglio dire che il lusso non è un problema di design! 

MENU DELLA VIGILIA low cost e a base di verdure: #1 - ANTIPASTI

La tradizione vuole la Vigilia di Natale una cena a base di pesce, ma siccome magro è la parola d'ordine, perchè non affidarsi alla versatilità delle verdure, facili da reperire, economiche e quindi anticrisi e ugualmente gustose?


Effetto Terra vi propone alcune idee per divertirvi a tavola senza fare strage di pesce e molluschi.
 Dal momento che ce la si prende comoda e, una volta tanto, si approfitta del tempo per salutare e chiacchierare con parenti e amici, indugiare nel convivio fa parte del MENU' della Vigilia, e si sposa bene con questo tipo di antipasto, in cui si pilucca, un'arte che io gradisco molto.

ANTIPASTO

Cestino di pane così composto: pane carasau, friselline e taralli, pane multicereali tagliato a fette, crostini con pane casareccio tostato.

Salsine: mousse di gorgonzola, hummus, patè di carciofi
Sformatino invernale
Pinzimonio di verdure
insalatina di champignon, misticanza e mela verde

Ricette:
MOUSSE DI GORGONZOLA
Ingredienti: c.ca 200gr di gorgonzola dolce (senza mascarpone), 1 cucchiaio di ricotta forte, 1 po' di latte.
Mettere tutto nel mixer e ridurre a crema leggera. Ottimo su basi croccanti come il pane carasau o i crostini tostati
HUMMUS
Ingredienti: 1 scatola di ceci lessati, il succo di 1 limone, due cucchiaini di Thaini (purea di sesamo)
Mettere tutto nel mixer, frullare e lasciare riposare in frigo per mezza giornata; eventualmente aggiungere un goccio di olio.
PATE' DI CARCIOFI
Ingredienti: 4 carciofi, succo di limone, peperoncino a piacere, prezzemolo, mezzo spicchio di aglio, olio
Pulire con cura i carciofi, sminuzzarli e metterli nel mixer insieme agli altri ingredienti; frullare il tutto e regolare di sale e di olio. Ideale su base morbida come il pane ai cereali.
SFORMATINO INVERNALE
Ingredienti: 3 patate medie, 1 cavolo verde medio, 2 finocchi, pangrattato, un po' di panna, uno spichio di aglio, olio
Lessare le patate da un parte e in un altro tegame il cavolo e i finocchi. Una volta freddi, pelare le patate e comporre il tortino coe segue: Un filo di olio sul fondo, uno starto di patate lesse a fette, sbriciolare con le mani il cavoloe disporlo sulle patate e insieme sbriciolare anche un po' di patata lessa e aggingere la panna, fino a coprire tutto il tegame. Disporre ordinatamente i finocchi tagliati a listarelle, spolverare con pangrattato e l'aglio tritato. Finire con un generoso filo di olio e infornare per mezz'ora a 160°.
PINZIMONIO DI VERDURE
Verdure assortite (sedano, carote, finocchi, etc)

L'Eco albero di natale

Noi di Effetto Terra abbiamo scelto il nostro albero di natale. Non il solito pino che viene spiantato dal terreno diretto ai vasi, poi ai soggiorno delle case, per alla sua volte morire.. visto che non è possibile piantarlo di nuovo. Il nostro albero è fatto di plastica. Si, il materiale che tanto odiamo, ma che fa meraviglie quando lo ricicliamo! Un albero di 13 metri fatto esclusivamente con le bottiglie di plastiche riciclate! Sono 40 mila le bottiglie!!! l'idea geniale si trova in Lituania, a Kaunas (seconda città del paese) ed è stato pensato dall'artista Jolanta Šmidtiene. 



mercoledì 14 dicembre 2011

Eco-libri da regalare a natale

Noi di Effetto Terra siamo contro il consumismo diffuso che a natale si crea. Ma visto che è quasi impossibile non fare un piccolo regalo a natale, riportiamo qui un elenco di 10 eco-libri da regalare, secondo il sito greenme. Un libro è sempre un bel regalo, sopratutto libri che ci diano una prospettiva verso il futuro in tempi di cambiamenti climatici, risparmio energetico, energie alternative...


1) Non è un cambio di stagione di Martin Caparros (2011, Edizioni Ambiente)
Non_e_un_cambio_di_stagione
Un libro provocatorio, una riflessione intensa sul tempo, sull'ecologia, sul futuro, su di noi, scritta da un grande scrittore di giornalismo narrato. In modo poetico Caparrós descrive il suo iperviaggio in 9 paesi (Brasile, Nigeria, Niger, Marocco, Stati Uniti, Mongolia, Filippine, Isole Marshall, Australia), i suoi incontri con le persone del luogo, l'impatto che il cambiamento climatico ha avuto su di esse.
Dà parola agli ultimi della terra e al contempo si scaglia furiosamente contro i cosiddetti ecololò, ambientalisti che cavalcano l'onda della minaccia del riscaldamento globale, per arricchirsi. Con humour, eleganza, veemenza, l’autore mette in discussione i significati del movimento ecologista, il posto della Natura nella nostra società, gli interessi verdi dei grandi capitali, l’ideologia del conservatorismo, il clima di un’epoca che pensa al suo futuro come una spada di Damocle. E lo fa proponendo un genere misto: un’inchiesta che pensa, un reportage che racconta.
2) Il futuro dell’energia. Guida alle fonti pulite per chi ha poco tempo per leggeredi Valerio Rossi Albertini e Mario Tozzi (2011, Edizioni Ambiente)
il_futuro_dellenergia
Un divulgatore di professione e un ricercatore del CNR, da anni impegnati nella battaglia per uno scenario energetico pulito, sostenibile e basato su fonti rinnovabili, uniscono le conoscenze per dare risposte ai principali quesiti che i recenti disastri energetici come Fukushima o il referendum sull’acqua ci hanno posto di fronte. È possibile trarre energia solare da una busta per la spesa? Esistono alternative valide ai combustibili fossili (uranio compreso)? Un agile tascabile per capire con facilità come funzionano tutte quelle tecnologie esistenti che permettono una fornitura senza rischi, e le nuove frontiere della ricerca con le sue applicazioni possibili.
3) Toghe Verdi. Storie di avvocati e battaglie civili di Stefania Divertito (2011, Verdenero Inchieste)
toghe_verdi
La cronaca giudiziaria è piena storie come quella di chi, per regalare all’Italia un treno da record, non ha esitato a sventrare la pancia del Mugello e a rubare acqua a fiumi e acquedotti, mettendo in pericolo anche la stabilità di una fetta di Firenze. O di chi, a nord come a sud, inserisce deroghe alle leggi per favorire imprese produttive fortemente inquinanti, con buona pace di parchi naturali e distese di sabbia finissima. O ancora di chi dell’emissione di sbuffi tossici sembra aver fatto il proprio vessillo. Eppure, la lotta intrapresa da comitati e associazioni ha trovato l’appoggio di alcuni coraggiosi “investigatori togati”, protagonisti delle più importanti battaglie ambientali. Nella convinzione che ognuna di queste sia «una storia corale, non singola». E che quella che spesso si fa finta di non sentire sia «la voce di una moltitudine di persone, non di un nome che si erge solitario tra i tanti».
4) Meno 100 chiliRicette per la dieta della nostra pattumiera di Roberto Cavallo,(2011, edizioni Ambiente)
Meno_100_chili
In Italia ogni anno si producono circa 530 kg di rifiuti a persona: imparare come ridurre la quantità di rifiuti che produciamo ogni giorno a casa e al lavoro può essere un ottimo modo per contribuire a ridurre il problema (http://www.greenme.it/tag/riduzione-rifiuti) . Ispirato a uno spettacolo teatrale di successo, nel libro si alterna l’approfondimento scientifico con racconti e aneddoti. L’autore, ex assessore all’ambiente del comune di Alba e oggi a capo di una società di consulenza per la comunicazione ambientale, passa al setaccio le azioni che compongono la nostra quotidianità e per ognuna indica come ridurre la quantità di spazzatura che potrebbe generarsi, con l'idea che il miglior rifiuto è quello che non è stato prodotto.
5) Belle senza paura. Saponi, shampoo, bagnischiuma, creme solari, trucchi. Come riconoscere ed evitare i “cosmetici cattivi” di Dawn Mellowship (2011, Terre di Mezzo Editore)
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Il più banale sapone “neutro” può contenere prodotti chimici nocivi; il rossetto preferito potrebbe nascondere della formaldeide, un sospetto cancerogeno; e ben quattro tra i più comuni ingredienti per profumi sono stati classificati come pericolosi dall’Agenzia per la protezione ambientale degli Stati Uniti. Per non parlare di shampoo, creme solari e tinture per capelli... Ogni anno attraverso la nostra pelle assorbiamo due chili di prodotti chimici contenuti nei cosmetici, e questo può portare ad allergie, dermatiti, problemi al sistema endocrino, tumori. La scrittrice e giornalista Dawn Mellowship permette di guardare in modo diverso lo scaffale del supermercato dedicato ai prodotti da bagno, senza negare qualche soluzione alternativa.
6) Vestiti che fanno male. A chi li indossa. A chi li produce di Rita Dalla Rosa (2011 Terre di Mezzo Editore)
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Aumentano le dermatiti allergiche da contatto causate dagli indumenti che indossiamo. E chissà quanti sono al corrente del fatto che, tra tutti i colori, quelli scuri sono i più problematici? O che le stampe delle t-shirt possono essere cancerogene? Questo testo vuole essere una guida pratica per muoversi tra coloranti, candeggianti, ammorbidenti e antimuffa. Senza dimenticare che abiti e tessuti possono far male anche a chi li produce e all’ambiente: per un paio di jeans, per esempio, servono oltre 13mila litri d’acqua e chi lavora nel processo di sabbiatura per “invecchiare” il tessuto è a rischio di silicosi.
7) Farm City. L’educazione di una contadina urbana di Novella Carpenter (2011, Slow Food Editore)
Farmcity
«La mia fattoria si trova nel ghetto, in una strada senza via d’uscita». Inizia così il racconto biografico di Novella Carpenter. Affascinata dall’idea dell’autosufficienza alimentare si trasferisce, col compagno Bill, nei bassifondi di Oakland, in California, dove, da un appezzamento abbandonato, infestato dalle erbacce e sepolto sotto le immondizie, tira su prima un orto, poi una vera e propria fattoria. Il libro è la divertente cronaca giorno per giorno – zeppa di aneddoti, incontri, suggerimenti pratici, spunti gastronomici – di come l’autrice riesca a realizzare il sogno della sua vita.
8) Aria pulita a scuola di Rita Dalla Rosa (2011 Terre di Mezzo Editore)
Aria_pulita_a_scuola
L’asma è al primo posto fra i motivi di assenza scolastica, e un alunno su quattro soffre di malattie allergiche e respiratorie. Mentre i riflettori puntano sulle tecnologie da portare in classe, ci si dimentica di quanto incidano su bambini e ragazzi gli ambienti sovraffollati o poco isolati: lì si accumulano sostanze tossiche provenienti dall’esterno, come il Pm10, o rilasciate da arredi, materiali da costruzione, detersivi. Per non parlare della polvere, degli acari e delle muffe, che negli edifici scolastici, non sempre in buono stato, trovano il loro habitat ideale. Il libro si propone come una guida pratica che spiega come snidare i pericoli presenti nelle aule scolastiche e come combattere le subdole forme di inquinamento a cui sono esposti i nostri figli e i loro insegnanti.

9) Un semino come me di Anna Matarese e Claudia Polizzi (2011, Beccogiallo)
semino_come_me
Un esperimento editoriale nato dalla piccola casa editrice specializzata in graphic novel, Becco Giallo di Bologna. Una collana dedicata ai bambini e finalizzata a stimolare curiosità trasmettendo concetti nuovi. Qui, un semino di pomodoro, dopo aver trascorso comodamente l’inverno dentro a un barattolo, comincia un viaggio nella vita. L’acqua e il sole stimoleranno il suo risveglio, e sarà la terra, con i suoi piccoli e simpatici abitanti, ad accoglierlo e a fornirgli il nutrimento necessario per fargli mettere radici e crescere sano e forte nel mondo. Attraverso esperienze d’incontro e scambio con l’ambiente, il semino si trasformerà da germoglio a pianta ricca di altri semi pronti a compiere nuovi viaggi e nuove fantastiche trasformazioni.
10) Alice senza niente di Pietro De Viola, (2011, Terre di Mezzo Editore)
Alice-senza-niente
L’autore, un trentenne disoccupato che assomiglia molto alla protagonista del libro, prima ha messo online la versione ebook e poi è arrivato alla carta stampata. In pochi mesi il romanzo era stato scaricato da oltre 30.000 persone e recensito dai principali mezzi d’informazione. Mentre blog e Facebook facevano scattare il passaparola. Il romanzo racconta una giornata-tipo di Alice, giovane laureata alla ricerca di un lavoro e – tra colloqui assurdi e mille trucchi per sopravvivere con pochi euro – traccia l’identikit (a volte amaramente ironico) di troppi giovani la cui unica aspirazione ormai è quella di “diventare precari”. Un caso editoriale che riflette l’(in)sostenibilità di un certo sistema lavorativo nazionale che relega i giovani ai margini del loro stesso futuro.

martedì 6 dicembre 2011

è che la Terra mi fa un certo Effetto

Perchè AGRICIVISMO.
Come dice il nome stesso agri- è la RADICE, manco a farlo apposto, la lingua naturale presta il fianco alla metafora e quindi dalla radice che richiama alla TERRA, spunta un -CIVISMO, dal suono un po' ostico, difficile, eppure nella sua durezza disegna il rispetto reciproco, la voglia di partecipare, di essere in armonia anche con quella parte di natura che risiede in ognuno di noi, fauna evoluta (forse).



L'EFFETTO che ci fa la TERRA è quello benefico e catartico delle cose semplici fatte di sudore e fatica, senza sovrastrutture culturali, sociali. Davanti alla TERRA siamo tutti uguali, è alla TERRA che torniamo alla fine dell'esistenza è la TERRA che ci sfama durante la vita. Una persona con i 'piedi per TERRA' è concreta, ed è proprio questa concretezza che libera dai pensieri contorti e quotidiani. Il silenzio accompagna gli elementi, l'osservazione ci rende piccoli testimoni di qualcosa che non potremo mai riprodurre con tanta genialità.

lunedì 5 dicembre 2011

gusto di casa mia

La globalizzazione, in che modo incide sui consumi, sulla disponibilità di cibo, sulla memoria culturale della tavola? Noi non ce ne rendiamo conto, ma in realtà appiattisce i desideri, omogenizza le aspettative anche nel gusto.

Non ricordiamo più i piatti delle bisnonne, non riusciamo a mettere a fuoco la ricetta della nonna, ne ricordiamo, magari, solo un vago sapore. Mia nonna, triestina, faceva un ragù speciale con molte spezie per condire "I" gnocchi, eh si perchè a Trieste si chiamano o si chiamavano così.
La diversità agroalimentare non è solo una risorsa mentale, che permette il nomadismo psichico, ma è anche un sistema di protezione per le specie vegetali che rischiano di perdersi piallate da banalità transnazionali. E' la logica del fast food monomarca, ci vogliono tutti con gli stessi desideri, più facili da gestire, da manipolare, da influenzare.
E allora evviva il lampredotto, il baccalà mantecato, i canederli con gulash, la bagnacauda, i tortelli di zucca, gli spaghetti buccuni, i carciofi alla giudìa, gli gnumeridd, ciceri e tria, la granita di gelsi, la torta al testo, il pancotto, la focaccia di Recco, la minestra maritata, la moccetta, le sarde in savor. "Cucina povera e semplice, fatta di semplicità" diceva Paolo Conte, spesso fatta con poco, ma espressione di una creatività genuina, semplice e nascosta, che conserva il gusto e la dignità della Storia.